Il dubbio ci è venuto spesso, ma ora arrivano anche le classifiche ufficiali a dirlo: i bambini italiani in viaggio sono i più maleducati d’Europa. Nell’impietosa classifica, frutto di uno studio dell’associazione Donne e qualità della vita, condotto su un campione di 500 albergatori europei, siamo al primo posto, surclassando gli spagnoli e i russi, anch’essi considerati il terrore delle hall d’albergo.
La classifica si spinge ancora più nel dettaglio, indicando come i più maleducati i bambini romani, seguiti dai milanesi e dai napoletani, mentre i bambini che vivono a Firenze e in Umbria risultano essere i più educati.
Modello tipo del bambino maleducato e dei suoi genitori
Le premesse ci sono tutte: una famiglia tendenzialmente accondiscendente nei confronti del proprio figlio e l’ambiente – l’albergo – che sembra dare il via ad una forma di libertà dove i freni inibitori svaniscono al pari della pazienza degli altri ospiti.
Ma in questo panorama apocalittico di bambini urlanti e scorrazzanti possiamo individuare un modello tipo di bambino maleducato che ricorre nel tempo: di solito ha tre o quattro anni e tiene in ostaggio i genitori. Quando il padre cerca di ribellarsi, per esempio imponendogli di mangiare la verdura durante la cena, il bambino attiva la sirena dei vigili del fuoco che ha al posto dell’ugola, ripetendo i vocalizzi a diverse riprese. A questo punto ci si aspetterebbe un intervento da parte del genitore per evitare che il proprio pargolo disturbi la cena agli altri commensali, ma questo non avviene. Il padre del bambino maleducato italiano è tendenzialmente apatico: non lo rimprovera, non si alza per portarlo fuori dalla sala, non fa assolutamente nulla. Si trasforma in una statua di sale con lo sguardo perso nel vuoto.
È a questo punto che interviene la madre, quando la situazione sembra precipitare. Trafigge il padre con uno sguardo di fuoco e coccola il piccolo urlatore. Come sempre, in questo tipo di coppie, non vengono presi in considerazione i rimproveri. Tutto viene concesso per il solo fatto che il bambino sia piccolo: corse lungo i corridoi e nella hall, pressione di tutti i pulsanti dell’ascensore, lancio dei pesci nel laghetto, corse e urla a bordo piscina.
La coppia di genitori ansiosi
Al contrario della precedente, la coppia dei genitori ansiosi, invece, è fin troppo preoccupata che il proprio pargolo possa arrecare disturbo. E lo è a tal punto da distribuire ansia anche agli altri ospiti dell’albergo.
Di solito hanno circa quarant’anni e hanno da poco avuto un figlio. Ma vivono come fossero dei maratoneti. In vacanza mangiano a spizzichi e a turno, per poter accudire il piccolo. Appena il bambino inizia a lamentarsi, emettendo anche solo un piccolo suono, lo portano fuori dalla sala con piglio militare. Girano con il bimbo in braccio per ore tra le sale dell’albergo per calmarlo, mentre i piatti si freddano. Vivono la preoccupazione di rientrare, un giorno, nella prima categoria di genitori, i più odiati dai vacanzieri. E per questo rinunciano a vivere delle vacanze serene. Gli albergatori li amano molto, ma non è detto che riescano a fare molte vacanze, vista l’ansia che provano.
La soluzione al problema: gli hotel per soli adulti
In questo clima di guerriglia, dopo i family hotel e le strutture adatte alle famiglie, si stanno diffondendo a macchia d’olio gli hotel che non accettano bambini. Molto diffusi all’estero, se ne trovano sempre di più anche in Italia. Come indicato sul sito Hotel per Adulti, esistono diverse strutture che hanno fatto questa scelta di marketing: hotel e resort senza bambini, ma anche case vacanza e bed and breakfast stanno facendo il tutto esaurito. Ogni hotel stabilisce l’età minima dei propri ospiti – generalmente il limite è compreso tra i 12 e i 18 anni. Sul sito sarà comunque possibile trovare anche una soluzione ibrida in grado di accontentare adulti e bambini: gli hotel con annessa SPA naturista. Si tratta di hotel aperti a tutti ma dotati di SPA e centro benessere il cui accesso è riservato solo agli adulti. Una soluzione di compromesso che forse potrà mettere d’accordo le famiglie con bambini urlanti e gli adulti in cerca di relax.